Laureate e laureati: scelte, esperienze e realizzazioni professionali, è il primo rapporto di genere presentato dal consorzio universitario Almalaurea. Il Rapporto ha preso in considerazione 291.000 laureati in Italia nel 2020, e 655.000 laureati del 2019, 2017 e 2015, intervistati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo. Dall’analisi è emerso che proviene da una famiglia in cui almeno uno dei genitori ha la laurea il 28,3% delle laureate (34,3% dei laureati), se i genitori sono laureati, le donne seguono le loro orme con minore frequenza (consegue la laurea nello stesso ambito disciplinare di uno dei genitori il 18,8% delle donne e il 21,7% degli uomini), soprattutto nelle lauree magistrali a ciclo unico, ossia quelle discipline che indirizzano verso la libera professione. Le donne prendono parte più degli uomini alle esperienze di tirocinio curriculare (61,4% rispetto al 52,1%), alle esperienze di lavoro durante gli studi (66,0% rispetto al 64,0%) e a quelle di studio all’estero (11,6%, rispetto al 10,9% degli uomini). All’ingresso del mondo del lavoro lo scenario cambia, da subito, con una differenza retributiva di 89 euro a un anno dall’ingresso nel mondo del lavoro a favore degli uomini. Il tasso di occupazione registra percentuali a favore degli uomini: tra i laureati di primo livello a cinque anni dal titolo è pari all’86,0% per le donne e al 92,4% per gli uomini; tra quelli di secondo livello rispettivamente 85,2% e 91,2%. Inoltre, a cinque anni dal titolo, in presenza di figli il divario di genere si amplifica ulteriormente. Per gli uomini più lavoro autonomo o alle dipendenze con un contratto a tempo indeterminato. Per le donne, più contratti alle dipendenze a tempo determinato. A cinque anni dalla laurea, gli uomini percepiscono, in media, circa il 20% in più, sono infatti soprattutto gli uomini a occupare professioni di alto livello, di tipo imprenditoriale o dirigenziale (2,2% tra le donne e 3,9% tra gli uomini) e a elevata specializzazione, ossia per cui è richiesta almeno una laurea di secondo livello (61,7% tra le donne e 63,6% tra gli uomini). Tra i laureati dei percorsi STEM i differenziali di genere, pur sempre a favore degli uomini, risultano più contenuti. It’s time to close the gap!
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11/05/2023